In una situazione particolarmente complessa e difficile per il mondo dello spettacolo, per effetto della pandemia che nel 2020 ha colpito l’intera umanità, il Festival Duni ha valutato di voler svolgere l’intero programma che era stato lungamente preparato, grazie alla natura specialistica della propria offerta culturale, in condizioni di assoluta sicurezza, nel centro storico di Matera. Quest’anno abbiamo per questo voluto dare un titolo significativo alla rassegna, “Il Barocco visto da sud” con un sottotitolo che ricorda la peculiarità di far dialogare la musica antica con la contemporaneità. Accolto dal 2019 nel REMA (Réseau Européen de Musique Ancienne) si può dire che il Festival rappresenti nel mondo il meglio della musica prodotta e ascoltata a Matera.
Si comincia il 25 settembre, a ridosso della festa patronale della città, con un omaggio a Sant’Eustachio patrono di Matera, con un oratorio secentesco napoletano del compositore Donato Ricchezza, riscoperto ed eseguito per la prima volta in questa occasione nel Duomo di Matera dal celebre direttore Antonio Florio con il suo prestigioso complesso “Cappella Neapolitana”. Altri grandi interpreti saranno presenti in questa edizione del Festival Duni: in ottobre il grande tastierista e direttore olandese, Ton Koopmann, si esibirà per la prima volta a Matera su un antico organo settecentesco, mentre Beatrice Rana – la pianista italiana più conosciuta al mondo – porterà il suo sguardo proveniente dal cuore della cultura barocca meridionale, il Salento. Infine un autentico mito del nostro tempo, il virtuoso di viola e direttore catalano Jordi Savall, sarà anch’egli per la prima volta a Matera con un recital che unisce “Oriente e Occidente”.
Tra i quindici spettacoli in programma, saranno presenti ancora esecutori italiani di livello assoluto: il violinista Francesco D’Orazio eseguirà per la prima volta in Basilicata il brano “La lontananza nostalgica” di Luigi Nono e poi la “Quinta stagione” di Fabrizio Festa. Quest’ultimo sarà protagonista, con MaterElettrica, di diverse altri programmi, tra cui il “Pulcinella” balletto di Igor Stravinsky che sarà eseguito dall’Orchestra della Magna Grecia e preceduto dall’esecuzione dei modelli settecenteschi dell’opera. Gabriele Cassone, il maggior virtuoso italiano di tromba naturale, porterà un programma di festose musiche barocche per due trombe e organo, mentre altri importanti artisti (Bovi e Young, Horvat e Mañalich, Cohen e Cancellaro) presenteranno i loro concerti in forma di dialogo nella formula attivata dal 2019 del “Café Duny” coordinato da Fiorella Sassanelli.
Prosegue infine il progetto speciale del ciclo delle quattro Passioni secentesche del compositore di Irsina Giovan Maria Trabaci, con la terza Passione secondo Luca, sempre in collaborazione con il Centro Studi coordinato da Giuseppe Barile ( Cappella Corradiana di Molfetta diretta da Antonio Magarelli con concertazione strumentale di Franco Pavan). Un Festival dunque ancora una volta orgoglioso delle radici locali dei tanti musicisti meridionali che fecero grande in Europa la “scuola napoletana” e nel contempo capace di rivedere sotto una luce meridiana le esecuzioni dei maggiori interpreti musicali della scena internazionale, in luoghi e spazi particolarmente suggestivi di una città magica.
Dinko Fabris, direttore artistico