Musiche di Bataille, Campion, Purcell, Hume, Dufaut, Campra, Hurel, Dubuisson, Castaldi, Milanuzzi)
Ensemble Faenza
Marco Horvat : canto, tiorba, chitarra barocca
Francisco Mañalich : canto, basso di viola, chitarra barocca
Gabriel Bataille El Baxel esta en la playa
Henry Purcell For Love every creature
Tobias Hume The Soldiars’ song
Thomas Campion When to her lute Corinna sings
Henry Purcell Julia
André Campra Viens, ma lyre
Charles Dufaut Sarabande
Charles Hurel Air à boire
Dubuisson Prélud
Depuis que j’aime Lisette (da Les Airs de différents auteurs)
François Campion Apollon, c’est toi que j’implore
Giulio San Pietro de’ Negri Bionda, mia bella
Bellerofonte Castaldi Chi vidde più lieto
Carlo Milanuzzi Non voglio amare
Anonimo Passacaglia della vita (da Canzonette spirituali e morali)
Ensemble Faenza
Marco Horvat, canto, tiorba, chitarra barocca
Francisco Mañalich, canto, basso di viola, chitarra barocca
« … ils jouaient tous deux de la lyre si admirablement que, depuis Orphée, on n’avait rien entendu de meilleur… »
(Madeleine de Scudéry, La Clélie)
”Cantare senza essere costretti ad accomodare altri che se stessi” – come scriveva Giulio Caccini – è una disciplina che apre vasti orizzonti all’interprete e all’ascoltatore. Permette un grado di libertà che troppo raramente è concesso dalla complicità tra il cantante e il suo accompagnatore, anche se profonda e sostenuta da un lavoro rigoroso. Fondere il suono delle corde pizzicate o strimpellate con le inflessioni della voce, sostenere delicatamente la voce con un accordo o una nota o, al contrario, infonderle un’energia ritmica che non troverebbe da sola: questo è stato fatto fin dalla notte dei tempi. Che si tratti della lira degli antichi, dell’arpa dei trouvères e dei trovatori, del liuto dei contemporanei di Ronsard, della viola di Hume, del chitarrone di Caccini o della tiorba di Lambert, il principio è lo stesso: creare uno spazio sonoro in cui “la voce sia libera”, in cui le parole possano essere pronunciate e ascoltate chiaramente, in modo da toccare la poesia, perché questa è la parola chiave.
Marco Horvat e Francisco Mañalich sono tra i pochissimi interpreti contemporanei in grado di dare nuova vita a questa pratica, essenziale per comprendere la monodia barocca. Era quindi giusto che mettessero insieme un programma su misura per loro, in cui le numerose combinazioni di voci e strumenti che sono in grado di creare trovassero un repertorio da servire.
Marco Horvat e Francisco Mañalich
Costo 5 €