Matera, Duomo

Matera, Duomo

Il Duomo della Madonna della Bruna e di Sant’Eustachio è il luogo di culto cattolico principale di Matera, chiesa madre dell’arcidiocesi di Matera-Irsina. Il Duomo fu costruito in stile romanico pugliese nel XIII secolo sullo sperone più alto della Civita che divide i due Sassi. Sull’area dell’antico monastero benedettino di Sant’Eustachio, protettore della città, dove già tra il 1093 e il 1094 aveva soggiornato papa Urbano II, la cattedrale fu edificata a partire dal 1230, alcuni anni dopo che papa Innocenzo III aveva elevato la città di Matera al rango di arcidiocesi in unione con Acerenza; per fare in modo che il nuovo tempio dominasse con la sua mole le costruzioni circostanti e le due vallate sottostanti dei Sassi, fu necessario rialzare la base rocciosa di oltre sei metri.

Completata nel 1270, la nuova cattedrale fu dedicata originariamente a santa Maria di Matera, come risulta da un atto notarile dell’epoca. Successivamente in un testamento del 1318 risulta intitolata a santa Maria dell’Episcopio e dal 1389, anno in cui papa Urbano VI (già arcivescovo di Matera) istituì la festa della Visitazione, fu intitolata a santa Maria della Bruna, anch’essa protettrice della città. Infine a partire dal 1627 mons. Fabrizio Antinori, arcivescovo di Matera, intitolò la cattedrale di Matera alla Madonna della Bruna ed a sant’Eustachio. Il 2 luglio 1962 papa Giovanni XXIII la elevò alla dignità di basilica minore.[1] Nel 1991 ricevette la visita di papa Giovanni Paolo II. Dal 2003 è stata interessata da importanti lavori di restauro. Nel 2006 ha ricevuto una serie di interventi di consolidamento e restauro, tra cui quello delle capriate medievali e di cornicioni precedentemente crollati. Questi interventi sono stati realizzati anche grazie ai fondi del Gioco del Lotto, in base a quanto regolato dalla legge 662/96.

Il 5 marzo 2016 è stato riaperto al culto dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, che per l’occasione ha aperto la porta santa giubilare. Erano presenti anche mons. Salvatore Ligorio, arcivescovo metropolita di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, mons. Claudio Maniago, vescovo di Castellaneta, mons. Agostino Superbo, arcivescovo emerito di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, mons. Antonio Ciliberti, arcivescovo emerito di Catanzaro-Squillace, mons. Michele Scandiffio, arcivescovo emerito di Acerenza, mons. Giuseppe Favale, vescovo eletto di Conversano-Monopoli, e mons. Pierdomenico Di Candia, amministratore diocesano di Matera-Irsina.

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